Recensione: Il Sari rosso di Javier Moro
Il Sari rosso è una biografia romanzata di Sonia Gandhi, nata in Italia e naturalizzata indiana, attuale Presidente del Congresso Nazionale Indiano, partito guidato da più di novant'anni dalla potente famiglia del defunto marito.
L'opera non è mai stata autorizzata dalla signora Gandhi, la quale è arrivata addirittura a minacciarne il ritiro per mezzo dei suoi avvocati.
Da tale reazione può nascere la perplessità del lettore, che si aspetterebbe un testo perlomeno critico nei confronti dei Nehru-Gandhi. Invece nel corso della lettura si scopre come il libro assuma costantemente nei loro confronti un tono più che elogiativo, quando non addirittura agiografico. I risvolti più oscuri della famiglia non sono trattati approfonditamente se non in alcune edulcorate descrizioni del periodo dell'Emergenza nazionale di Indira e del caso Maruti che coinvolse Sanjay. A ciò si aggiunge il poco credibile personaggio di Sonia, tratteggiata da Moro come una moderna Cenerentola perennemente innamorata del suo «principe» indiano e mai realmente interessata alla vita politica.
In compenso si tratta di un libro molto emotivo, nel quale si evidenzia una certa aderenza ai canoni della psicologia indiana, molto incline ad immedesimarsi nelle vicende dinastiche delle famiglie potenti fin dai tempi mitologici dei Kaurava e dei Pandava, passando più recentemente per i drammi cinematografici di Bollywood.
In sostanza, Il Sari rosso di Javier Moro è da prendere per quello che è: un avvincente romanzo senza pretese di veridicità.
Nota: da accompagnare ad un buon testo di storia contemporanea dell'India.
→ Javier Moro, Il Sari rosso, ed. Saggiatore, 2009, pp.585